Martedi’ 28 Settembre scorso si è tenuto a Milano presso l’università Cattolica il convegno “Fashion Blogs”, sharing creativity through web 2.0. , organizzato dal Milano Fashion Institute.
Il piano dei lavori si è sviluppato in due parti ; una conferenza ed una tavola rotonda. Gli invitati erano :
- Francesca Ballini Richards, FBR Europe
- Elisa Bersani, The Gummy Sweet
- Cristina Bianchi, current affairs section editor – settimanale “A”
- Carlotta Cataldi, Slow Fashion Forward
- Veronica Ferraro, The Fashion Fruit
- Fabiana Giacomotti, editor-in-chief Fashion Illustrated and Università La Sapienza
- Francesca Giorgetti, Fashion editor – Style.it
- Fabio Guenza, Blumine srl
- Luca Lanzoni, fashion section editor – Elle Italia
- Francesco Leone, Italian Fashion Bloggers ITFB
- Federico Panarello e Lara Pallavicini, My Cup of Coffee
Durante la conferenza, i due sociologi, Prof. Marco Pedroni e Prof.ssa Emanuela Mora hanno illustrato i vari aspetti del fashion blogging in Italia ; portata del fenomeno, caratteristiche principali, particolarità della realtà italiana.
Dopo questa prima fase, è cominciata la tavola rotonda dove il fashion blogging è stato letteralmente messo sulla graticola.
- In particolare sono rimasto molto colpito dalle parole di Francesca Giorgetti, fashion editor di Style.it. Il 90% dei bloggers,da quanto ho capito della sua analisi, si rende “ridicolo” ed è “autoreferenziale”.
- Vi sono state poi altre accuse, in particolare relativamente alle collaborazioni pubblicitarie di molte bloggers ; il capo di imputazione principale, in estrema sintesi era : “chi ci garantisce che i vostri post siano davvero genuini e che non facciate meramente del marketing pubblicitario, spaccciandolo per informazione ? “
In conclusione, se da un lato il fashion blogging ha riscosso un enorme successo ed interesse (e per questo ringrazio sentitamente il Milano Fashion Institute per l’ottimo lavoro svolto), dall’altro i Media tradizionali ci hanno attaccato in tutti i modi.
Voi cosa ne pensate ? Potete utilizzare i commenti per parlarne assieme a noi.
49 Comments
Roberto Syrious
8 Novembre 2010 at 14:42secondo il mio parere ciò che dice Francesca Giorgetti di Style.it è anche vero, magari però non il 90% ma sicuramente una buona parte diciamo anche 80%, per quanto concerne le collaborazione pubblicitarie credo che stia ad ogni fashion blogger decidere, nel momento in cui cedi a una collaborazione..credo che il blog diventi esageramente soltanto uno strumento di marketing pubblicitario, penso che ognuno debba decidere e tenere la proprio rotta sul destino del suo Blog.
saluti
Roberto
http://www.syriouslyinfashion.blogspot.com
Marta
8 Novembre 2010 at 14:43I media vecchi ed ipocriti hanno paura… I bloggers sono pedine impreviste per loro
Rano
8 Novembre 2010 at 16:21Non è stato detto altro durante questa tavola rotonda?
Arianna
8 Novembre 2010 at 17:24Ciao! Io mi chiamo Arianna, studio a Milano ma sono nata a Vicenza ed ero tra il pubblico durante la conferenza all’ Università Cattolica ; vorrei complimentarmi con te Francesco per il modo in cui sei riuscito a tenere testa alle critiche (peraltro davvero inappropriate) , mantenendo un tono pacato e deciso. Secondo me il problema di fondo è sempre lo stesso : le vecchie testate si sentono minacciate. E cercano di difendersi in tutti i modi. Certo..sentire parlare di etica da parte loro è semplicemente ridicolo………….tutti sappiamo che MERCATO c’è dietro le riviste. In bocca al lupo comunque a tutti voi bloggers!!!!!
kisskiss
Arianna
Fabiana
8 Novembre 2010 at 17:37Style.it che critica i bloggers ??? Sono senza parole….
Veronica Caputo
8 Novembre 2010 at 17:54Ho assistito anche io alla tavola rotonda di cui si parla.
Sono rimasta allibita dalla discussione, soprattutto dalle parole di Francesca Giorgetti di Style.it; spiego subito il perchè..
Sono registrata al sito partecipando al gioco dello streetmemo (si pubblica l’outfit del giorno e si lascia agli utenti commentare, consigliare, criticare ecc..), io come moltissime altre bloggers.
E’ stata aperta una rubrica sul sito dove si parlava di alcune ragazze, scelte per lo stile. Un articolo al giorno per una settimana. (anche qui molte scelte riguardano le fashion bloggers).
Durante la MFW è stato organizzato un party da style.it ed indovinate chi c’erano tra gli invitati?? Le fashion bloggers!
…ma come.. non ci considerano ridicole (senza stile, ecc ecc ecc)??
Prese in giro da un sito che rende partecipi le fashion bloggers nelle sue iniziative?!
Scusatemi, ormai avrete capito che non mi piace avere peli sulla lingua.
Altra parentesi divertente, è stata criticata anche la tessera offerta da italian fashion bloggers, per farci risparmiare qualche soldino durante lo shopping, dicendo che incentiva il consumo. Si cerca di trovare la cattiveria ovunque. Perchè vedere il lato “negativo” della tessera e non invece la possibilità di acquistare un maglione utile per l’inverno risparmiando qualche Euro?!
Ultimo appunto: è ormai chiaro ed evidente ,vista la reazione, che sono spaventati dai fashion bloggers.
Francesco
8 Novembre 2010 at 19:09Grazie 🙂
Francesco
8 Novembre 2010 at 19:29La tavola rotonda si è svolta nella seconda metà dell’evento ; si è parlato di fashion blogging in generale, ovviamente, ma quello che mi premeva sottolineare qui era la posizione piuttosto dura della stampa nei confronti di questo fenomeno. Posizione per certi versi poco chiara : le stesse testate che organizzano costantemente iniziative per i bloggers sono quelle che si sono contraddistinte per gli attacchi più accesi. Curioso.
Paola
8 Novembre 2010 at 19:30Allora ragazzi, qui secondo me la faccenda è complessa. Innanzi tutto bisogna leggere in modo giusto le critiche rivoltevi. Non sono una fashion blogger ne’ una critica di moda, ma vi dico come l’ho interpretata io nei panni dell’ avvocato del diavolo.
Ho provato ad immaginare una situazione analoga nel mio campo, l’architettura, che non è così distante dalla moda quanto a sommi capi di composizione, strutturazione e via dicendo (tant’è che molti architetti sono stilisti).
Sono anni che studio quest’arte e mi accorgo di come sia cambiato il modo in cui la concepivo all’inizio e come la concepisco ora, dopo l’esperienze, l’analisi e l’apprendimento di ogni suo aspetto. Ripenso a come all’inizio mi consideravo grande intenditrice, solo perchè avevo quello che la gente definiva “buon gusto in materia”. In realtà ora mi rendo conto che quasi tutto quello che un tempo consideravo bello e di gusto, condiviso dalla maggior parte delle persone, oggi, dal punto di vista del professionista, non lo è affatto (e io non ho nemmeno acquisito ancora chissà che esperienza).
I disegni che facevo anni fa li trovo ridicoli, autoreferenziali e privi di etica. Vi dice niente?
Quello che intendo è che il vostro approccio alla moda non è, per il più di voi, lo stesso che può avere un professionista, semplicemente perchè non siete dei professionisti e non perchè siete volutamente quello che vi imputano di essere. Loro, quello che voi fate istintivamente, lo hanno studiato, seguito, sviscerato e vissuto per anni; hanno acquisito quello che a voi manca: l’occhio e la mente di colui che CONOSCE ciò di cui parla (scusate se tendo a diventare filosofica)
Il che in soldoni significa che siete sicuramente da apprezzare per il fatto di avere la moda tra i pilastri dei vostri interessi, per il fatto di promuoverla liberamente questa passione e quindi è giusto che siate invitati a degli eventi (senza contare che fate tanta pubblicità) ma non significa che potete pretendere di essere considerati degli esempi intoccabili di buona moda perchè credo che molti di voi non abbiano minimamente idea di cosa sia davvero la moda (cosi come io un tempo non avevo idea di cosa fosse davvero l’architettura, per quanto fossi certa di saperlo).
Non so se sono riuscita spiegarmi, non è una critica nei confronti dei fashion bloggers dico solo che i f.b. e i professionisti (e non parlo solo di stilisti quando dico professionisti) quando dicono “moda” parlano probabilmente due lingue diverse . Sono su due dimensioni differenti e la distanza tra queste dimensioni sta nella conoscenza del tema di discussione. Ridimensionate (passatemi il gioco di parole) quindi i discorsi che escono dalle loro bocche perchè probabilmente non volevano essere irriverenti e poco costruttivi come sono arrivati a voi.
Ovviamente io non ero presente alla tavola rotonda, quindi questa è solo una mia interpretazione dei fatti che spera di dare un nuovo punto di vista alle critiche che vi hanno rivolto.
Alessandra
8 Novembre 2010 at 19:58Paola il tuo punto di vista non tiene conto di alcuni fattori piuttosto importanti .
Punto Primo : l’architettura, qualoora sia anche un’arte, fondamentalmente è una scienza, quindi dotata di regole precise.
Differentemente la moda è arte allo stato puro. Solitamente maggiore è la tua formazione, più difficilmente sarai in grado di produrre idee originali.
Punto Secondo : nonostante questo, la maggioranza dei bloggers italiani ha conseguito o sta conseguendo alta formazione nel settore moda ; sono fashion editor, hanno master importanti alle spalle, a volte sono persino giornalisti.
Punto Terzo : quello che è inquietante è il modo in cui le STESSE riviste che da un lato corteggiano i bloggers, dall’altro criticano in questo modo. E’ un problema di coerenza.
Che poi alcuni fashion bloggers possano sembrare ridicoli, sono d’accordo, ma è sempre un punto di vista soggettivo. Vogliamo parlare di Bryanboy ? Io stessa faccio fatica a capire il suo stile.
La riflessione di Francesco credo andasse interpretata in altro modo. Le generalizzazioni in un fenomeno cosi’ vasto sono certamente un male.
Gli atteggiamenti falsi e ipocriti poi… non ne parliamo! Comunque è un piacere vedere che il fashion blogging non interessa solo ai fashion bloggers. un salutone
Alessandra
Daniele Menotti
8 Novembre 2010 at 23:50Quoto in gran parte quanto detto da Paola. Anche io ho provato a mettermi nei panni di chi ha mosso le critiche. Io posso parlare solo a nome e mio, ovviamente, e devo dire che ho iniziato a essere “blogger” perché volevo condividere con più persone una mia passione (la moda, appunto). Sinceramente non mi importa se un giorno ci saranno degli sviluppi e di quale entità… Nella vita ho in mente ben altro. Il fashion blogging è per me un’attività come molte altre che mi possono coinvolgere, non certamente uno stile di vita. Ecco perché capisco gli autori delle critiche (nei contenuti, sui modi non posso dire nulla perché al convegno non ero presente): per un giornalista specializzato dev’essere frustrante essere considerato alla pari di una teenager, magari malvestita, che pretende di poter dispensare consigli di “stile” (e la maggior parte delle volte senza saper scrivere un trafiletto che non sia a livello delle elementari). Certo è anche vero che il settore moda, anche in ambito giornalistico, è praticamente un’élite che si fossilizza sempre più in se stessa… E alcune testate italiane hanno perso di attrattiva a causa di contenuti ripetitivi o poco appetibili. Chi vivrà, vedrà.
The Fashion Coffee
9 Novembre 2010 at 00:00di questo sono sorpresissima anche io
The Fashion Coffee
9 Novembre 2010 at 00:09Style.it?
Il sito che mi ha nominata Fashion Blogger ufficiale della Levi’s?
Che sono stati presenti alle selezioni delle bloggers con tanto di video riportato?
I-N-C-O-E-R-E-N-Z-A
Posso dire questo per esperienza personale.
Posso capire Vogue ( e neanche troppo , dato che il “prescelto” per la giornata in redazione è stato uno dei massimi esponenti del blogging americano), ma Vaity Fair no!
Ripeto che c’è incoerenza, da una parte ci vogliono dalla loro parte perchè sanno che abbiamo un potenziale ( sempre più grande) di marketing e non solo, dall’ altro ci criticano, perchè vogliono tenere a freno le nostre lingue ed il nostro modo di vedere la moda , che non sempre segue i loro canoni.
Rano
9 Novembre 2010 at 13:00Non vorrei essere polemico, e forse sono io che mi sbaglio e seguo blog sbagliati, ma la maggior parte dei blog che vedo sono come delle vetrine e di giornalistico e di innovativo hanno ben poco.
Va di moda il cammello? Tutti parlano del cammello.
C’è la collaborazione H&M e Lanvin? Tutti a parlarne.
Escono gli stivali sopra il ginocchio? E tutti a mettere foto di stivali.
Quindi io non sarei così convito dell’originalità di noi blogger.
Per quanto riguarda questa tavola rotonda penso anche io che nessuno sia intimorito dal fatto che qualcuno possa perdere il posto. Secondo me dipende dal fatto che siamo bravi a fare pubblicità gratuita. E questa è una cosa che non tutti hanno capito.
Un esempio?
Io sono un maschio. Ho un blog che si parla di moda, ma anche di molto altro. Mi piace la fotografia ma non vesto alla moda e non spendo migliaia di euro in abiti.
E stamani Luisa Viaroma mi chiede l’affiliazione?
Quella mail sarà arrivata tutti quanti e non credo che l’abbiano spedita a me per chissà quale merito, ma solo per pubblicità.
Quindi ok prendersi dei meriti, chi li ha, ma dall’altro dobbiamo pur restare coi piedi per terra.
Paola
9 Novembre 2010 at 17:33Ciao alessandra, sono felice che tu abbia replicato, permettimi di fare lo stesso, punto per punto:
1) il fatto che tu parli di questa differenza tra moda e architettura mi fa pensare che il tuo punto di vista sia un po ristretto.
Ciò che definisci fondamentalmente scientifica è la COSTRUZIONE dell’architettura cosi come lo è la realizzazione di una creazione di moda (spicciolamente: il taglio e il cucito). La creazione in se’ del capo di moda invece è l’analogo della composizione architettonica. E’ quella la parte che è pura arte. Capisci la differenza?
2) Se è vero, e ne dubito, che la maggioranza dei bloggers italiani ha conseguito o sta conseguendo alta formazione nel settore moda, probabilmente solo un parte di loro ha capacità comunicative o comunque doti nel settore Oppure sono tutti dei geni incompresi.
3) Non c’è incoerenza perchè i motivi per cui vi corteggiano sono diversi dai motivi per cui vi criticano. Siete corteggiati perchè il fenomeno è un bene per la comunicazione l’espressione e la divulgazione della passione della moda, è un fenomeno importante e va supportato. siete criticati perchè la maggior parte di voi non fa onore a questo strumento di comunicazione così importante. Io ho dato un’occhiata su diversi blog e sono molti quelli dove vedi soltanto l’adorazione dell’ IO o collage di pubblicità. figurati come è impattante una cosa del genere in chi ha la moda come pane quotidiano!
Ci tengo comunque a sottolineare che trovo sbagliato attaccare il “fashion bloggING” in quanto strumento dove chiunque, a prescindere dalle sue doti, può promuovere la sua passione. Quando il mio carissimo amico Francesco mi ha parlato del fenomeno ero assolutamente fiera ed entusiasta del suo impegno in questo progetto. E difatti non è il fenomeno in se’ che va “attaccato” (termine che preferisco sostituire con “criticato”).
Quello che è giusto criticare sono i “fashion bloggERS” che in molti casi rispondono alle critiche mosse.
Ad ogni modo il blogging ha tra i suoi capisaldi il commento, anche quando è negativo. E sappiamo tutti molto bene che, in qualsiasi campo, la percentuale dei migliori è sempre molto bassa, possiamo dire che è inversamente proporzionale alla competenza di colui che critica, giusto? Bene, allora on c’è da prendersela, è così per tutto, non vedo perchè questo caso dovrebbe essere diverso. Dicendo che la maggior parte di voi non è interessante non vi hanno detto altro che l’acqua è bagnata. E capirei la rabbia se a dirvelo fosse una cretina che non ne sa niente ma se lo fa qualcuno che sa di cosa parla probabilmente dovete solo farvi qualche domanda. Peraltro l’aver notato che ci sono molte persone poco dotate di autocritica non implica che sia sbagliato che ci siano, il mondo è bello perchè è vario. Però se ci sono non si può far finta che non ci siano.
Francesco o veronica, voi che eravate presenti, potete dirmi se le accuse erano rivolte al fashion blogging in quanto blogging o ai bloggers?
Sara
10 Novembre 2010 at 10:00Secondo me di ridicolo c’e solo bryanboy… Ma a lui le riviste lo amano…perché ?
Mattew
10 Novembre 2010 at 10:51good day Italian Fashion Bloggers , i’m reviewing your blog. It is really interesting to see how fashion blogging is developing in Italy. Have a nice day – Mattew Fonda
Rano
10 Novembre 2010 at 13:19Primo: se non si vestisse in quel modo ti pare che Bryanboy lo chiamerebbero in prima fila?
Secondo: stessa cosa si potrebbe dire delle Ferracne…cos’ha di speciale lo devo ancora capire. Ma soprattuto…come mai tutti la seguono.
Giorgia
10 Novembre 2010 at 13:28RANO CHE ATTACCA BRYANBOY E LA FERRAGNI ?
CHIAMANDOLA ADDIRITTURA FERRACNE ????
Se non ricordo male caro Rano, nemmeno sei mesi fa ti alterasti non poco per un articolo su questo stesso sito dove veniva criticato un tuo look, dicendo che non era possibile rivolgersi in certi modi ai bloggers..
e ora… parli con gli stessi toni delle vipere o delle soloinvidiose ?
dove sta la tua coerenza ? tutto questo è semplicemente ridicolo e patetico… che delusione.
Rano
10 Novembre 2010 at 13:48Non ho attaccato Bryanboy. A me lui piace moltissimo. Ho solo detto come la penso, che se non vestisse i panni di quello eccentrico nessuno lo chiamerebbe.
Per quanto riguarda Chiara, lasciamo perdere.
Tanto alla fine tutto quanto più sembrare ridicolo e patetico.
hello kityy
13 Novembre 2010 at 12:39quelli di Style non sono i primi che infarciscono di pubblicità occulta le loro riviste tipo Glamour, che non compro più da quando è diventato superficiale e pieno di articoli finalizzati solo a sponsorizzare e far comprare alla gente? anche moltissimi fashion blog dopo un po’ diventano delle vetrine pubblicitarie è vero,alcuni sono poco fashion e un po’ ridicoli è vero, ma almeno traspare più genuinità.
hello kityy
13 Novembre 2010 at 12:45non c’è niente da stupirsi, i fashion blogger vengono sfruttati finché si può,come sponsor popolari a basso costo o costo zero, dovreste essere voi a dire di no ed evitare di trasformare i vostri blog in vetrine pubblicitarie, imparate anche a dire di no, a mantenere la vostra personalità e la vostra coerenza.
Un domani che il fashion blogging non sarà più di moda che cosa resterà se avete cavalcato soltanto l’onda pubblicitaria?
Pensateci, vale la pena di farsi sfruttare e prendere in giro in questo modo?
hello kityy
13 Novembre 2010 at 12:53l’architettura,a mio avviso, è un mondo che non ha niente a che vedere con la moda e nemmeno con l’arte, partendo anche soltanto dalla formazione di un architetto, in Italia, che è avvilente sotto il profilo dell’educazione dello spirito critico e della cultura (quanti esami di cultura ci sono ad architettura?zero, storia dell’arte è un esame ozionale che fanno in pochissimi e via discorrendo) mentre le scuole di moda insegnano a dovere tutto quello che c’è da sapere e da capire.
E’ vero quello che tu citi riguardo ai tuoi personali lavori, ma questa si chiama esperienza, maturazione artistica, ora non sto dicendo che tutti i fashion blogger sono o saranno mai degli artisti della moda, ma molti di loro sono giovani, inesperti, disorientati, nel senso che senza una scuola valida alle spalle è difficile capire i processi, la critica e diventare appunto dei professionisti e maturare in tal senso.
Il fashion blogging va preso per quello che è, sta alla sensibilità personale,come in tutte le cose, prendere il meglio. Siamo nell’epoca in cui tutti sono liberi di esprimere ciò che vogliono, ma lo sappiamo bene che in passerella o sui libri di storia dell’arte ci finiscono in pochi, niente di nuovo quindi.
hello kityy
13 Novembre 2010 at 12:58@alessandra
la formazione DEVE essere il più ampia possibile, chi non ha storia né cultura non va da nessuna parte oggi come oggi, l’originalità oggi non è più il frutto di uno che si sveglia alla mattina e dice “sono un artista!” questo proprio no, la formazione è la cosa principale, l’autoformazione porta poco lontano, se volete andare da qualche parte dovete studiare, informarvi, ma non su wikipedia o su internet, dovete leggere, incontrare persone esperte, frequentare scuole, questa è la differenza tra professionalità e semplice passione, la passione ce l’ha anche un bambino, anche un bambino è creativo, ma la professionalità è una cosa totalmente diversa, che ha delle fondamenta molto solide e profonde.
The Fashion Coffee
13 Novembre 2010 at 13:23Sinceramente io non ho collaborato come “sponsor”
mi hanno dato la possibilità di scrivere su un sito come Lost in Fashion, mi hanno fatto visitare Londra, non voglio sputare nel piatto dove ho mangiato!!!
Fino a prova contraria io di Sponsor non ne ho , mantengo SEMPRE la mia personalità.
Prendere in giro? non possiamo fare di tutta l’ erba un fascio
Paola
13 Novembre 2010 at 16:42esatto, proprio questo intendevo. l’esperienza sul campo, che non può che avvenire dopo un’adeguata istruzione, porta a una maturazione artistica ed alla capacità di autocritica. per questo mi stupisco di come persone che hanno cominciato da poco tempo a cimentarsi un questo campo credano di poter giudicare le capacità critiche di professionisti che hanno anni ed anni di esperienza.
per quanto riguarda architettura, evito di rispondere con un chilometrico discorso sulla quantità di arte e cultura racchiusa nel cammino universitario che ho percorso.
Ma già che mi citi libri di storia dell’arte (che, udite udite, ho studiato) consiglio un po’ a tutti, dato che è cultura generale, di leggerli. Scoprirete così con sommo sconcerto che tra le principali forme d’arte conosciute dall’uomo (e sottolineo principali, non ho detto uniche) ci sono le tre più importanti arti visive: pittura, scultura e architettura. Ebbene si, non si parla di moda. Per studiare quella dovrete comprare libri un pò più specifici. Se poi,sempre per cultura personale, vorrete approfondire il legame tra architettura e moda scoprirete che esistono moltissimi libri che parlano di questo legame, che per chi ha studiato è indiscusso, ed è stato avallato da svariati stilisti (esempi di architetti stilisti ce ne sono tanti: Ferrè, Quirino Conti, Breuhaus, Vastarella, etc)
Se siete interessati vi mostro solo due esempi, nemmeno tra i più calzanti, ma che andranno bene giusto x darvi un’idea:
http://pcalefato.xoom.it/pcalefato/moda_e_architettura.htm
http://www.electaweb.it/libri/scheda/la-moda-e-larchitettura/it/
buna cultura a tutti 🙂
hello kitty
13 Novembre 2010 at 17:44forse non ti è chiaro che quello che hai fatto è pubblicità, hai collaborato eccome come sponsor, pagato ovviamente, ma non pensare che ti abbiano scelta per altre ragioni, per esempio per sostituire un giornalista vero e proprio,
ragazzi svegliatevi un po’, i vostri blog dovrebbero restare nel confine amatoriale, non avete i requisiti per fare cose da professionisti, se vi chiamano è perchè al momento il fenomeno è chiaccherato e basta fare il nome “fashion blogger” per attirare un sacco di visite, pubblicità ecc, non fatevi troppe illusioni, molti di voi non hanno nemmmeno studiato moda, dove pensate di andare?
Federica
14 Novembre 2010 at 14:07chissà com’è quando si parla e non ci si trova esce sempre qualcuno che la butta sul personale .. “il mio carissimo amico francesco” … in questo sito dopo due o tre messaggi sembra che siete tutti amici di francesco leone che lo conoscete da una vita.. cavolo il povero francesco deve avere un’agenda pienissima di nomi allora..!!!!
A meno che per amicizia non intendiate anche incontrare una persona una o due volte durante un evento tipo la conferenza di milano o riuscire a farvi aggiungere su facebook..!!!
Federica
14 Novembre 2010 at 15:37paola ti vorrei far notare oltre a quanto ho scritto prima sul discorso delle conoscenze, che Coco Chanel non ha mai studiato moda, nè tantomeno la fondamentale architettura (materia che a sentire te serve probabilmente anche per fare lo chef, o il magistrato, o il disoccupato)
saluti
Federica
crocco
14 Novembre 2010 at 15:48Le cose vi sono state spiegate in maniera molto lucida da più persone, ma non riuscite a capire- ci sarà un motivo no?
Alla fine dei giochi sostieni che una testata come Vanity Fair sia spaventata dalle vostre lingue ( quando leccate qualche sponsor? perchè per quanto riguarda la parte scritta, se alludevi a quella- NON HO MAI LETTO NULLA CHE NON POTESSE ESSERE SCRITTO DA UN BIMBO ALLE ELEMENTARI), e vi voglia tenere a freno??? ahahhahahaha questa è follia pura.
Nelle redazioni, quando si parla di fashion blogger come te, tutti hanno i singulti dallE risate.
Se ogni tanto vi coinvolgono in qualcosa, è solo per sfruttare il momento- gli unici che possono essere interessati a voi, sono dei brand ridicoli che sperano attraverso il vostro blog, di vendere qualche pezzo in più dandovi in cambio della seria elemosina. A loro cambia davvero nulla allungarvi, calze, scarpe, trucchi ecc ecc semplicemente un giorno si stuferanno o anche no.
Francesca Giorgetti ha solo detto sante parole, ed è stata coerente e schietta- siete voi che non riuscire a capire un concetto facile facile…
saluti
Elisa
14 Novembre 2010 at 15:55Certo, peccato che Chiara Ferragni sia invitata a tutte le sfilate e scriva su riviste di moda ed abbia migliaia di accessi al giorno
Peccato che Bryanboy vada sempre a braccetto con la direttrice di Vogue
Peccato che Tezenis organizzi eventi con i Bloggers
Peccato che Levi’s faccia altrettanto
Peccato che Dolce&Gabbana organizzino addirittura pranzi con i bloggers..
ops. ma nemmeno ti firmi con il nome… è chiaro che devi essere solo una bagasciona invidiosa che non ha mai fatto niente nella vita 😀
saluti a te
Elisa
Paola
15 Novembre 2010 at 08:57Scusa, hai ragione, probabilmente ora come ora Francesco è un personaggio molto importante e molte bloggers faranno carte false per avere un po’ di confidenza con lui, ecco perchè avrai pensato questo. Ho citato la nostra amicizia non per fare bella figura quanto piuttosto per fare capire che di questo fenomeno Francesco me ne parlò prima di mettere in piedi tutto il suo monumentale lavoro. E quando ne sentii parlare ero entusiasta, ne abbiamo discusso e io l’ho trovato un ottimo spunto su cui lavorare. Da qui l’ovvia conseguenza che non sono contro il fashion blogging, come qualcuno avrebbe potuto erroneamente credere, anzi.
Se sei preoccupata dello stalking nei confronti di Francesco Leone rilassati, almeno nei miei riguardi. Conosco “il povero Francesco” da molto tempo e posso dirti spassionatamente che è il mio migliore amico.
Anzi magari stasera a cena gli chiederò quante voci ha sulla sua agenda e troveremo il modo di tranquillizzarti.
Ti rispondo anche a proposito degli altri commenti:
Coco Chanel è un genio in materia,è tra gli unicum del suo genere, spero tu non stia comparando i fashion bloggers a Chanel. E stai pur sicura che il suo successo non l’ha ottenuto offendendosi ad ogni critica che gli è stata rivolta (eh già, anche lei è stata criticata, pensa!).
No, non credo che architettura permetta di fare lo chef, il magistrato, ne’ tanto meno lo stilista (il disoccupato si invece). Ho detto soltanto che tra Architettura e Moda ci sono fortissime relazioni (documentate) e che considerare architettura estranea all’arte è una contraddizione di termini visto che l’architettura è un’arte, per definizione.
Ho notato che per rispondere a chi oppone considerazioni nei confronti dei fashion blogger usate modalità di risposta non poco sarcastiche e sprezzanti: Ragazzi, siamo qui per confrontarci non per tirarci uova marce.
Peraltro, aggiungo e conlcudo: Ci sono senz’altro blog di qualità tra quelli dei fashion bloggers, solo che sono una minoranza. E’ normale ed è giusto così, si può sapere il motivo per cui ve la prendete tanto?
hello kittyy
15 Novembre 2010 at 18:09Paola guarda che lo so che nei libri di arte c’è anche l’architettura 😀
io ho studiato architettura e trovo la preparazione umana e culturale scadente,non è che parlo per sentito dire, magari tu hai tanti anni più di me, anzi certamente e hai studiato in un periodo diverso, ma ora come ora è proprio ‘na schifezza, non per niente i miei compagni sono entrati con le fette di salame e sono usciti con le fette di prosciutto, ignoranza a sfare proprio
chi vuole studiare e aprire la mente deve fare altre scuole, architettura è stata proprio una delusione
poi ripeto in Italia, all’estero saranno preparati diversamente
hello kittyy
15 Novembre 2010 at 18:12@ federica
la cosa che mi fa proprio ridere di questo paese è come ormai abbiano inculcato a forza nelle teste dei giovani che se uno ce l’ha fatta (uno su un milione) nnon serve studiare perchè il successo è una cosa spicciola
è lo stesso meccanismo per cui sono nati tutti questi scalchignati fashion blogs sulla scia della Ferragni, tutti pensano di non fare niente, niente mazzo e arrivare al successo facilmente
Coco Chanel è nata più di cento anni fa, i tempi direi che sono ampiamenti cambiati, chi non studia e chi pensa di diventare la nuova Chanel leggendo qualche libro o consultando Vogue è proprio fuori strada 😀
crocco
15 Novembre 2010 at 19:53bagasciona lo vai a dire a tua madre! ho espresso la mia visione delle cose in modo educato e pacato.
Lavoro nella moda da almeno 15 anni, per la precisione lavoro nel campo editoriale e non scendo in particolari, altrimenti ti verrebbero i capelli bianchi.
Chiara Ferragni è stata invitata SOLO ( e mi sembra già troppo) a sfilate minori, ha tempestato gli uffici stampa di richieste e qualcuno ha ovviamente allungato l’invito- la parte sana e pensante ha rifiutato le sue richieste,
Bryanboy ha trascorso una giornata con il direttore Franca Sozzani, a fronte di un concorso indetto su Vogue.it- è successo UNA volta- se per te una volta è sempre vuol dire che abbiamo metri di misura molto diversi e che soprattutto parli senza sapere nulla.
Tutti i marchi che citi organizzano eventi per loro personale tornaconto, utilizzando l’esposizione mediatica dei blogger- non ho mai
che i blogger abbiano un bacino di utenza.
La domanda è: queste aziende pagano i blogger?? si? In questo caso si potrebbe parlare di lavoro- altrimenti le mutande regalate non possono essere paragonate ad emolumenti! E quindi non è possibile parlare di professionalità!
Il target di tutti questi blogger è stato ben studiato e sezionato e corrisponde ad un profilo ben definito, che ben si lega a marchi come quelli che hai citato.
Il discorso cambia un po’ per quanto riguarda Dolce & Gabbana ma non ho voglia di perdere ancora tempo con una persona maleducata come te e quindi non starò qui a spiegare i perchè e per come di quest’ultima vicenda.
Elisa e tu di cosa ti occupi nella tua vita, cos’hai fatto di grandioso- dai raccontami, così che io possa essere un’invidiosa fatta e finita…
crocco
15 Novembre 2010 at 19:58Ah scusa ho dimenticato un punto, Chiara Ferragni al momento cura una piccola rubrica su A, rivista che non considero come una rivista di moda.
Per essere precisi non scrive ma raglia qualcosa che occupa in genere una riga, in uno stentato italiano. La prendono così sul serio in quella redazione, che nemmeno le correggono le bozze ( evidentemente qualcuno si rifiuta di abbassarsi a tanto)! Che mi risulti non ” scrive” su nessun’altra rivista. Correggimi se sbaglio, perchè magari scrive su Vogue France o su Liberation e non mi hanno informata.
valentina sardo
15 Novembre 2010 at 20:29non so dove tu abbia studiato…ma nella mia facoltà (architettura civile politecnico di milano) non è affatto così, almeno ad oggi! mi si rizzano i capelli sulla testa a sentire ste cose!
Paola
15 Novembre 2010 at 23:16Cara hello kittyy, dove hai studiato architettura per avere una così bassa considerazione della nostra formazione? E tranquilla, non credo proprio di avere tanti più anni di te,ho 25 anni. Francamente, al contrario, trovo che architettura sia una delle facoltà più complete che conosco, dato che spazia in campo umanistico, scientifico, artistico e tocca anche materie di diritto. Ovvio che poi culturalmente si aumenta il proprio bagaglio a seconda delle scelte personali. I tuoi amici, evidentemente, le fette di salame e quelle di prosciutto le tenevamo sugli occhi e sulle orecchie per rimanere così ignoranti.
Però mi interessa il tuo punto di vista: quali sarebbero quindi, a parer tuo, le scuole che aprono la mente?
Elisa
16 Novembre 2010 at 23:24@Crocco :
“Lavoro nella moda da almeno 15 anni, per la precisione lavoro nel campo editoriale e non scendo in particolari, altrimenti ti verrebbero i capelli bianchi.”
ahahahah ma davvero… ? E non hai nemmeno un nome ? O il tuo nome vale talmente poco che sei più popolare a firmarti CROCCO ? Incredibile questo sito è pieno di Sozzani anonime!
lascia perdere..sei il classico esempio di buffona che non ha fatto niente nella vita e che sfrutta l’anonimato per “spacciarsi” per qualcosa che non è . E non sarà mai. Patetica.
Federica
16 Novembre 2010 at 23:25Paola..penso che l’ultimo articolo di ITFB ti calzi a pennello 😀
Barbara
17 Novembre 2010 at 10:11Elisa, come mai sei così acida e maleducata? Sarai mica una fashion blogger di quelle tirate in causa?
Ho letto le tue risposte e davvero il tuo pensiero è inconsistente- crocco ti ha dato dei dati reali e oggettivi e tu rispondi con cose che non riguardano i temi trattati, tentando di spostare l’attenzione.
Prova a rispondere in maniera coerente alle cose dette, o non sei capace? o non ti conviene?
Altra cosa, per formulare un pensiero che contenga dei dati oggettivi, basta essere minimamente coerenti ed intelligenti e non è necessario dover essere Anna Wintour e doverlo dichiarare per fare piacere a te ed acquisire maggior peso.
E tu chi sei? cosa fai?
poi se non vuoi che gli altri ti rispondano e ti dicano quale lavoro svolgono, per poi sentirsi dare della millantatrice- tu non dovresti inizialmente insinuare le cose che insinui, perchè forse la fallita a questo punto sei tu.
Paola
17 Novembre 2010 at 18:01Senti Federica ma…la starai mica prendendo sul personale, no? Non è che ti senti colpita xke qualcuno t’ha detto che solo il 10% dei fashion bloggers sono degni di nota (e sono ECCEZIONI, come Louboutin e Chanel) e ti sei accorta che non rientri nella suddetta percentuale?
Sto solo ipotizzando,sia chiaro, perchè è la seconda volta che mi parli con sarcasmo e dici cose un po’, come dire, a sproposito.
Mi è chiaro che non hai capito la mia opinione ma non ho capito cosa ti sfugga; guarda, te lo rispiego nel modo più semplice che conosco:
Sei un VINCENTE solo se ti spacchi di studio o se sei un genio (e generalmente i geni sono anche meno del 10% della popolazione).
Ergo: o sei un Louboutin oppure comincia a studiare moda seriamente e non lamentarti di chi poi ti critica. Tra l’altro, 9 volte su 10, lo studio non basta per maturare una coscienza autocritica, e per ottenerla è necessario che seguano anni d’esperienza. Mi sembra chiaro il senso no? Qualche dubbio?
Invece il discorso di architettura era solo un paragone che ho fatto per calarmi nei vostri panni: Architettura sta a me come Moda sta ai fashion bloggers. Tutti i discorsi successivi sono andati avanti solo perchè qualcuno non era d’accordo sull’attinenza tra le due materie ed io, che mi sono spaccata di studio e ho frequentato lezioni specifiche che riguardavano questa attinenza, ho solo fatto informazione. Non ho mai detto che i fashion bloggers debbano studiare architettura. Spero di aver chiarito e di non trovare più frasi ironiche nei miei confronti, visto che io non ho mai schernito te. Peraltro io non ti conosco e non posso che rispettarti, al massimo tento di confrontarmi con te, mi aspetto lo stesso da te, per favore.
Un’ultima piccolissima precisazione: probabilmente non era il tuo obiettivo, ma ti consiglio cmq di non porre sullo stesso piano stilisti di fama mondiale con anni di esperienza e i fashion bloggers, Louboutin potrebbe prendersela e qualche critico potrebbe darti della ridicola.
crocco
17 Novembre 2010 at 21:43Grazie Elisa per avermi dato della buffona e della patetica!
mI HAI INSULTATA dicendomi che ero una ” bagasciona invidiosa che non ha mai fatto niente nella vita”, ed io cortesemente ti ho detto di cosa mi occupo. Tu invece divaghi e offendi solo.
TI ho risposto punto per punto con delle cose inconfutabili e tu non riesci a fare altrettanto e per questo insulti- tipico delle persone piccole, insicure e poco intelligenti.
Certo che ho un nome, ma se ti aspetti che lo metta qui in piazza direi che non ci siamo, però dato che mi dai della spacciatrice di vite anelate e mai avute, io posso fare di meglio :)))
Posso invitarti a passare una mezza giornata con me- così vedi di cosa mi occupo, dove lavoro, con chi collaboro e chi sono i miei collaboratori. Ci metto in pratica la faccia per farti prendere quelle sportellate in faccia che evidentemente meriti e che ti farebbero un sacco bene. Cosa ne dici? ci stai?
hello kittyy
18 Novembre 2010 at 21:22paola lo dico senza offesa, ma il tuo modo di porti così pedante, didattico e snob descrive perfettamente l’idea dell’architetto 😀
Elena
20 Novembre 2010 at 13:27Ciao Crocco, su certe cose devo dire che sono d’accordo con te, ci sono una grande fetta di fashion blogger con una scarsa conoscenza della materia, di conseguenza agli occhi di un professionista del tuo calibro sono sicuramente ad un livello infimo.
E su questo care fashion blogger ( non tutte, quelle che si sentiranno offese capiranno da sole) crocco ha ragione. Si possono scrivere un sacco di cose, alcune buone altre meno buone e scadenti, però si deve avere l’umiltà di accettare le critiche.
Così allora crescerete e cambierete il modo di fare informazione di moda, io credo molto nelle fashion blogger e nel loro potenziale, tutte ci mettono passione, e non è una cosa tanto scontata e da poco. Continuate ragazze e quando vi criticano ascoltate e datevi da fare.
Crocco la cosa su cui non sono molto d’accordo è il gioco forza che hai fatto, non c’è bisogno di mettere in piazza la professione e l’altezza del tuo lavoro ( anche se come tu ben sai, essendo probabilmente giornalista sono cose da verificare) cercando di mettere paura e timore.
Se davvero avessi le palle, allora diresti per chi lavori e chi sei, ma questo non puoi farlo perchè suppongo che la tua presunta testata non vorrebbe che i suoi dipendenti/dirigenti si mettano a fare cattiva pubblicità in giro. Perchè è ovvio, che se dicessi per chi lavori, le persone che hanno partecipato alla discussione non comprerebbero più la rivista in questione.
Adesso senza offesa, ma voi giornalisti che ne sapete del mondo della moda web 2.0, poco, molto poco.
Parlo con pertinenza e cognizione, ci sono molti magazine on line ognuno con peculiarità differenti, tanto per dirne uno modà.
Poi abbiamo Fancy di Bomexer che da modo a molti blogger di scrivere, io stessa ho inviato un articolo alla redazione e mi è stato rifiutato; però c’è un reale tentativo di rendere la moda davvero più democratica e per i blogger può essere una palestra scrivere per riviste che te ne danno la possibilità.
E la cosa inquietante per voi è che i giovani fashion designer stanno già seguendo queste nuove tendenze, e voi giornalisti di riviste spocchiose, arriverete in ritardo.
( E tanto per la cronaca, dirigo una rivista di moda distribuita a livello internazionale, ops! )
crocco
21 Novembre 2010 at 20:38Cara Elena, io la mia professione non l’avrei mai tirata in ballo ma le provocazioni ci sono state e l’unico modo di rispondere è quello di dimostrare chi si è e cosa si fa.
Non posso e non voglio mettere dati sensibili on-line e non per “paura” di far calare le vendite ahahahahahahahhahahahahahhahaha. Nessuno pensa alla privacy? Io ci penso sempre.
Semplicemente ritengo- come del resto già detto- che non sia necessario avere nome cognome e professione per avere credibilità, basterebbe scrivere cose sensate e corrette- corredate da fatti e non fantasie.
Ho risposto ad Elisa, perchè quel modo gne gne, per nulla costruttivo e e oggettivo mi infastidisce non poco e di conseguenza mi sono offerta per un confronto lavorativo- ma a quanto puoi vedere al momento dei fatti e non delle parole insensate, se ne è persa traccia. Io sono ancora qui e aspetto.
Veniamo però a noi, perchè tu dichiari la tua professione ( aggiungi che distribuite a livello internazione!!) e non metti nome e cognome?????
Per quanto mi riguarda, è da molto che monitoro la comunicazione 2.0, ritengo di saperne abbastanza e leggere abbastanza- non a caso sono qui!
Per quanto riguarda le riviste spocchiose, sono tutte già on line e qualcuna in particolare con dei progetti per i giovani davvero interessanti… forse sei tu a non essere aggiornata su ciò che accade nel mondo…
Ossequi internazionali.
Elena
22 Novembre 2010 at 22:56Probabilmente hai ragione tu crocco, non sono sufficientemente informata. E’ sicuramente così.
I miei migliori auguri di buon lavoro.
Paola
27 Novembre 2010 at 19:41no, perchè dovrei offendermi?
comunque mi dispiace essere sembrata pedante didattica e snob (grasse risate sullo snob) volevo solo essere accurata, educata, e scrivere in italiano. eh lo so, de sti tempi nun se usa più, ma io sò vecchio stile.. che ve devo dì!!
😀
comunque finiamola qui stiamo andando un tantino fuori tema 😀
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