Si presta moltissima attenzione al costume, alla sua storia. Ci curiamo spesso di come l’abito possa definire gli aspetti più sottili della nostra cultura. E non è sbagliato, infatti. Dall’abbigliamento di una popolazione si può cogliere la sua libertà, l’uguaglianza (o diseguaglianza) tra i sessi. E moltissimi altri aspetti interessanti. L’uso del colore, le scollature, le parti del corpo lasciate alla vista. Potremmo parlarne per ore. C’è però un’altra dimensione sulla quale ci soffermiamo troppo poco spesso a ragionare. Qualcosa che possiamo trovare nei negozi, che evolve di giorno in giorno e che – implicitamente, quasi silenziosamente, ci indica come stia cambiando il concetto stesso di bellezza. Facendolo a volte anche in maniera deleteria, soprattutto per quanto riguarda le generazioni più giovani. Di cosa sitamo parlando lo avrete capito dal titolo. Parliamo di manichini. Questi strumenti dei quali è incerta persino l’etimologia da sempre ‘indossano’ i capi, mostrandoci come ‘andrebbero’ , simulando di fatto dei corpi ideali. E così, mentre noi decidiamo se il blu sta meglio rispetto al nero, implicitamente accettiamo i modelli di bellezza che questi propongono. E poco importa se si tratta di corpi ai limiti dell’anoressia o con proporzioni impossibili per la natura umana. L’arredamento negozi segue delle regole estremamente ferree. In questo settore l’evoluzione è a dir poco continua. Si cercano di simulare linee sempre più perfette, basate su regole che spesso distano davvero troppo dalla realtà. E così corpi magrissimi, seni accentuati e occhi da manga ci guidano, passo dopo passo, verso ideali di bellezza a dir poco tossici.
E’ molto difficile competere con fisici mozzafiato del genere, questo lo sappiamo tutti. Quello però che molti non sanno è che un tempo i manichini non avevano le intere sembianze umane. Spesso accennavano soltanto al torso, senza tratti somatici di alcun genere.
Cosa è successo poi ? Purtroppo è entrata in gioco la psicologia. E si è pensato che, presentare modelli sempre più perfetti poteva – in qualche modo – creare dei validi processi di identificazione da parte di chi poi comprava il capo esposto. Per la serie : questo corpo ‘perfetto’ indossa questo completo, io lo compro e ‘divento come questo corpo’. Purtroppo non è stato così. In molti casi per una donna guardare i manichini è sempre un momento di frustrazione. E secondo molti studi, esistono addirittura donne che rischiano la depressione guardando il ‘corpo’ che non potranno mai avere. Avreste mai pensato che un semplice agglomerato di materiali plastici potesse avere così tanto potere ? Beh, ora che lo sapete, cercate di non farvi trascinare in questo gioco al massacro. Ricordatevi : la realtà è ben diversa da quella che vi racconta un agglomerato di materie plastiche…!
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